Il Carosello, l’antesignano dei nostri spot promozionali televisivi
Atteso tutte le sere da grandi e piccini, puntuale come un orologio svizzero, alle 20.50 iniziava il Carosello, ovvero la prima pubblicità della televisione italiana, l’antesignano degli attuali spot promozionali, un appuntamento quotidiano che più di qualsiasi altro spettacolo televisivo ha segnato per lungo tempo la vita degli italiani – o perlomeno quella di tutti quelli che avevano la televisione in casa. Insomma, è dagli anni Settanta che il Carosello non va più in onda, ma è altrettanto vero che ancora oggi c’è qualche nostalgico che ripete nostalgicamente la frase ‘dopo il Carosello, tutti a nanna‘.
Cos’era il Carosello?
Ma cos’era il Carosello, e in cosa differiva dagli spot promozionali come li vediamo oggi? Per capire questo particolare programma bisogna pensare al fatto che fino ad allora la televisione italiana non aveva conosciuto alcuna pubblicità. Tutt’al più si sentivano gli spot promozionali radiofonici, i quali però si limitavano ad essere una pura lettura degli annunci. Per la televisione si pensò invece di realizzare dei video pubblicitari gradevoli, che non infastidissero il pubblico, ma che anzi lo intrattenessero (è un po’ quello che si cerca di fare anche oggi con i moderni filmati di Branded Video Content, per non parlare del Product Placement nel mondo cinematografico).
Più che veri e propri spot promozionali, dunque, il nascente Carosello andò a comporsi di divertenti siparietti, di brevi scenette comiche, seguite da una ridotta ed esplicita presentazione del prodotto alla fine del video. Fu proprio la particolare struttura dello spettacolo a suggerire il nome di ‘Carosello’, che significa per l’appunto parata, torneo, insomma, il susseguirsi di eventi altamente interessanti. In quegli stessi anni, del resto, venne prodotto il film ‘Carosello napoletano’ sull’attività del cantastorie. Qui come lì, lo scopo era quello di divertire e interessare il pubblico in uno spazio brevissimo di tempo.
Più che veri e propri spot promozionali, dunque, il nascente Carosello andò a comporsi di divertenti siparietti, di brevi scenette comiche, seguite da una ridotta ed esplicita presentazione del prodotto alla fine del video. Fu proprio la particolare struttura dello spettacolo a suggerire il nome di ‘Carosello’, che significa per l’appunto parata, torneo, insomma, il susseguirsi di eventi altamente interessanti. In quegli stessi anni, del resto, venne prodotto il film ‘Carosello napoletano’ sull’attività del cantastorie. Qui come lì, lo scopo era quello di divertire e interessare il pubblico in uno spazio brevissimo di tempo.
La preistoria del Brand Video Content
Dapprima la Rai pensò di produrre internamente ogni scenetta; poi si rese conto che il lavoro sarebbe stato tanto, tantissimo, e per questo decise di affidarsi a tante case di produzione video indipendenti. Fu così che il 3 febbraio 1957, alle 20.50, andò in onda il primo Carosello: in quei 10 minuti andarono in onda i primi 4 spot promozionali televisivi della televisione italiana. Il primo turno fu di Shell, con il giornalista Canestrini a dispensare consigli sulla guida in sicurezza. La seconda pubblicità vedeva invece Mike Bongiorno, che in ‘Un personaggio per voi’ intervistava personaggi noti al pubblico per poi consegnargli direttamente un pacco di prodotti Saipo l’Oréal; il terzo video promozionale era uno spot della Singer, il primo episodio della fortunata serie ‘Quadrante della moda’; a chiudere la prima puntata di Carosello, infine, il primo filmato de ‘L’arte del bere’, della Cynar.
Gli spot promozionali del Carosello, come si diceva, erano una sicurezza: il programma saltava solamente il Venerdì Santo e il 2 novembre. Dal ’57 al ’77 si cancellò la messa in onda unicamente in occasione delle morti di papa Pio XII, di papa Giovanni XXIII e di John Fitzgerald Kennedy, nonché in occasione della strage di Piazza Fontana. Vera e propria macchina per la produzione di filmati sempre più avvincenti, al Carosello parteciparono attori come Totò, Vittorio Gassman, Renzo Arbore, Orson Welles, Abbe Lane, Pippo Franco, Giorgio Albertazzi, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi e Raffaella Carrà (quest’ultima presente anche nell’ultima puntata), solo per citare i volti più famosi. Ad affascinare i più piccoli erano però i cartoni animati (con Calimero, l’Omino coi Baffi, Svanitella Svanitè, etc) e i pupazzi, con Topo Gigio in testa.
Gli spot promozionali del Carosello, come si diceva, erano una sicurezza: il programma saltava solamente il Venerdì Santo e il 2 novembre. Dal ’57 al ’77 si cancellò la messa in onda unicamente in occasione delle morti di papa Pio XII, di papa Giovanni XXIII e di John Fitzgerald Kennedy, nonché in occasione della strage di Piazza Fontana. Vera e propria macchina per la produzione di filmati sempre più avvincenti, al Carosello parteciparono attori come Totò, Vittorio Gassman, Renzo Arbore, Orson Welles, Abbe Lane, Pippo Franco, Giorgio Albertazzi, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi e Raffaella Carrà (quest’ultima presente anche nell’ultima puntata), solo per citare i volti più famosi. Ad affascinare i più piccoli erano però i cartoni animati (con Calimero, l’Omino coi Baffi, Svanitella Svanitè, etc) e i pupazzi, con Topo Gigio in testa.
La fortuna di quei primi spot promozionali
Dapprima la durata degli episodi del Carosello era di 2 minuti e 15 secondi, mentre andò calando negli anni Settanta. Fin da subito la regola principale, e che ne decretò la fortuna, fu quella di non replicare mai il medesimo episodio. Ogni giorno, insomma, si dovevano vedere video completamente nuovi, il che significava un costo notevole per le varie agenzie di produzione, le quali si ritrovavano così a dover creare di volta in volta nuove storie, e quindi nuovi cortometraggi, in una vera e propria palestra cinematografica.
I brand, le tecnologie, i personaggi e persino il pubblico: tutto è cambiato dall’era del Carosello. Eppure le migliori agenzie per la produzione di video istituzionali e pubblicitari sanno benissimo che per coinvolgere l’attenzione degli spettatori con uno spot promozionale è d’obbligo puntare sulle loro emozioni, con uno storytelling ed una regia capaci di creare del vero engagement, seppur in una breve manciata di secondi. Contatta Thirty Seconds Milano: noi sappiamo che qualsiasi innovazione parte da un’attenta analisi del passato!
I brand, le tecnologie, i personaggi e persino il pubblico: tutto è cambiato dall’era del Carosello. Eppure le migliori agenzie per la produzione di video istituzionali e pubblicitari sanno benissimo che per coinvolgere l’attenzione degli spettatori con uno spot promozionale è d’obbligo puntare sulle loro emozioni, con uno storytelling ed una regia capaci di creare del vero engagement, seppur in una breve manciata di secondi. Contatta Thirty Seconds Milano: noi sappiamo che qualsiasi innovazione parte da un’attenta analisi del passato!
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